Perché se ne parla
Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale è al centro del dibattito normativo europeo. Dopo anni di discussioni, oggi abbiamo due testi fondamentali che ne regolano l’uso:
- il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), già in vigore da agosto 2024;
- e la Legge italiana sull’IA (Legge n. 132/2025), operativa dal 10 ottobre 2025, che ne definisce l’applicazione nel nostro Paese.
Sono norme destinate a cambiare in profondità il modo in cui le aziende europee — e quindi anche la nostra — possono sviluppare, acquistare o utilizzare sistemi di intelligenza artificiale.
Capire cosa prevedono è importante per tutti, non solo per chi si occupa di compliance o tecnologia: l’IA è già parte dei processi aziendali che utilizziamo ogni giorno, spesso senza accorgercene.
L’AI Act: la prima legge europea sull’intelligenza artificiale
L’AI Act è il primo regolamento europeo interamente dedicato all’intelligenza artificiale.
Entrato in vigore nell’agosto 2024, stabilisce regole comuni per tutti gli Stati membri e un principio guida molto chiaro:
più un sistema di IA comporta rischi per le persone, più regole deve rispettare.
I punti principali:
- Classificazione per livello di rischio: da minimo (es. filtri antispam) ad alto (es. IA che decide su assunzioni, credito o diagnosi sanitarie).
- Divieto di pratiche a rischio inaccettabile, come la manipolazione cognitiva o la sorveglianza biometrica di massa.
- Obblighi di trasparenza e supervisione umana, affinché le decisioni automatizzate restino comprensibili e controllabili.
- Responsabilità condivisa tra chi sviluppa e chi utilizza IA, con requisiti di documentazione, sicurezza e governance.
L’obiettivo è favorire un’IA affidabile, sicura e rispettosa dei diritti fondamentali dei cittadini europei.
La legge italiana sull’IA
Dal 10 ottobre 2025, anche in Italia è entrata in vigore la Legge n. 132/2025 sull’intelligenza artificiale, che rappresenta il primo intervento nazionale in materia.
La norma non sostituisce l’AI Act, ma lo completa, adattandolo al contesto italiano.
Tra i punti salienti:
- Tutela nel mondo del lavoro: obbligo per i datori di lavoro di informare dipendenti e collaboratori quando vengono utilizzati sistemi di IA in processi di selezione, valutazione o monitoraggio.
- Ruolo delle autorità nazionali: istituzione di un Comitato nazionale per l’intelligenza artificiale, incaricato di coordinare vigilanza, promozione e linee guida.
- Sviluppo etico e sostenibile: sostegno alla ricerca, alla formazione e all’uso responsabile dell’IA nella pubblica amministrazione e nelle imprese.
In sintesi, la legge italiana mira a garantire trasparenza, equità e tutela dei diritti, adattando i principi europei alle specificità sociali e produttive del nostro Paese.
Come si integrano AI Act, legge italiana e GDPR?
Le tre normative agiscono su livelli diversi ma complementari:
| Normativa | Ambito principale | Finalità |
| GDPR | Trattamento dei dati personali | Tutelare i diritti delle persone sui propri dati |
| AI Act | Funzionamento e sicurezza dei sistemi di IA | Garantire trasparenza, controllo umano e sicurezza |
| Legge italiana sull’IA | Attuazione nazionale e ambiti specifici (lavoro, PA, ricerca) | Integrare il quadro europeo con regole operative per l’Italia |
In pratica:
- Se un sistema di IA utilizza dati personali, devono essere rispettati sia il GDPR che l’AI Act, e — dove previsto — anche le regole italiane.
- Il GDPR regola cosa facciamo dei dati.
- L’AI Act regola come funziona il sistema che li elabora.
- La legge italiana indica come applicare concretamente questi principi nel nostro contesto giuridico e lavorativo.
Cosa significa per noi
Queste norme non riguardano solo sviluppatori o legali, ma tutti noi.
Stabiliscono i principi che devono guidare ogni utilizzo dell’intelligenza artificiale, anche nei processi aziendali quotidiani:
- Trasparenza: sapere quando si interagisce con un sistema di IA.
- Responsabilità: mantenere sempre un controllo umano sulle decisioni rilevanti.
- Consapevolezza: comprendere come e perché l’IA elabora le informazioni che la riguardano.
- Affidabilità: scegliere strumenti conformi alle regole e utilizzarli in modo corretto.
Uno sguardo al futuro
Come il GDPR ha trasformato il modo in cui gestiamo i dati, così l’AI Act e la Legge 132/2025 stanno costruendo una nuova cultura della responsabilità digitale.
L’obiettivo non è frenare l’innovazione, ma orientarla verso un uso consapevole, etico e trasparente dell’intelligenza artificiale.
Essere informati su queste novità significa partecipare attivamente a questo cambiamento, contribuendo a un ambiente digitale più sicuro, affidabile e rispettoso delle persone.