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Intelligenza artificiale: le nuove regole in Europa e in Italia

Perché se ne parla

Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale è al centro del dibattito normativo europeo. Dopo anni di discussioni, oggi abbiamo due testi fondamentali che ne regolano l’uso:

Sono norme destinate a cambiare in profondità il modo in cui le aziende europee — e quindi anche la nostra — possono sviluppare, acquistare o utilizzare sistemi di intelligenza artificiale.

Capire cosa prevedono è importante per tutti, non solo per chi si occupa di compliance o tecnologia: l’IA è già parte dei processi aziendali che utilizziamo ogni giorno, spesso senza accorgercene.


L’AI Act: la prima legge europea sull’intelligenza artificiale

L’AI Act è il primo regolamento europeo interamente dedicato all’intelligenza artificiale.

Entrato in vigore nell’agosto 2024, stabilisce regole comuni per tutti gli Stati membri e un principio guida molto chiaro:

più un sistema di IA comporta rischi per le persone, più regole deve rispettare.

I punti principali:

  • Classificazione per livello di rischio: da minimo (es. filtri antispam) ad alto (es. IA che decide su assunzioni, credito o diagnosi sanitarie).
  • Divieto di pratiche a rischio inaccettabile, come la manipolazione cognitiva o la sorveglianza biometrica di massa.
  • Obblighi di trasparenza e supervisione umana, affinché le decisioni automatizzate restino comprensibili e controllabili.
  • Responsabilità condivisa tra chi sviluppa e chi utilizza IA, con requisiti di documentazione, sicurezza e governance.

L’obiettivo è favorire un’IA affidabile, sicura e rispettosa dei diritti fondamentali dei cittadini europei.


La legge italiana sull’IA

Dal 10 ottobre 2025, anche in Italia è entrata in vigore la Legge n. 132/2025 sull’intelligenza artificiale, che rappresenta il primo intervento nazionale in materia.

La norma non sostituisce l’AI Act, ma lo completa, adattandolo al contesto italiano.

Tra i punti salienti:

  • Tutela nel mondo del lavoro: obbligo per i datori di lavoro di informare dipendenti e collaboratori quando vengono utilizzati sistemi di IA in processi di selezione, valutazione o monitoraggio.
  • Ruolo delle autorità nazionali: istituzione di un Comitato nazionale per l’intelligenza artificiale, incaricato di coordinare vigilanza, promozione e linee guida.
  • Sviluppo etico e sostenibile: sostegno alla ricerca, alla formazione e all’uso responsabile dell’IA nella pubblica amministrazione e nelle imprese.

In sintesi, la legge italiana mira a garantire trasparenza, equità e tutela dei diritti, adattando i principi europei alle specificità sociali e produttive del nostro Paese.


Come si integrano AI Act, legge italiana e GDPR?

Le tre normative agiscono su livelli diversi ma complementari:

NormativaAmbito principaleFinalità
GDPRTrattamento dei dati personaliTutelare i diritti delle persone sui propri dati
AI ActFunzionamento e sicurezza dei sistemi di IAGarantire trasparenza, controllo umano e sicurezza
Legge italiana sull’IAAttuazione nazionale e ambiti specifici (lavoro, PA, ricerca)Integrare il quadro europeo con regole operative per l’Italia

In pratica:

  • Se un sistema di IA utilizza dati personali, devono essere rispettati sia il GDPR che l’AI Act, e — dove previsto — anche le regole italiane.
  • Il GDPR regola cosa facciamo dei dati.
  • L’AI Act regola come funziona il sistema che li elabora.
  • La legge italiana indica come applicare concretamente questi principi nel nostro contesto giuridico e lavorativo.

Cosa significa per noi

Queste norme non riguardano solo sviluppatori o legali, ma tutti noi.

Stabiliscono i principi che devono guidare ogni utilizzo dell’intelligenza artificiale, anche nei processi aziendali quotidiani:

  • Trasparenza: sapere quando si interagisce con un sistema di IA.
  • Responsabilità: mantenere sempre un controllo umano sulle decisioni rilevanti.
  • Consapevolezza: comprendere come e perché l’IA elabora le informazioni che la riguardano.
  • Affidabilità: scegliere strumenti conformi alle regole e utilizzarli in modo corretto.


Uno sguardo al futuro

Come il GDPR ha trasformato il modo in cui gestiamo i dati, così l’AI Act e la Legge 132/2025 stanno costruendo una nuova cultura della responsabilità digitale.

L’obiettivo non è frenare l’innovazione, ma orientarla verso un uso consapevole, etico e trasparente dell’intelligenza artificiale.

Essere informati su queste novità significa partecipare attivamente a questo cambiamento, contribuendo a un ambiente digitale più sicuro, affidabile e rispettoso delle persone.

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