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Firme elettroniche: cosa sono, come funzionano e quando usarle in modo corretto

In un contesto in cui le informazioni aziendali e personali viaggiano quotidianamente in forma digitale, la protezione dei dati non è più una semplice questione tecnica: è diventata una responsabilità strategica per imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni. 

L’integrità e la sicurezza dei documenti digitali, in particolare quelli che contengono dati sensibili o che producono effetti giuridici, sono al centro delle attenzioni di chiunque voglia lavorare nel rispetto delle normative e con la necessaria tutela dei propri interessi.

In questo scenario, la firma digitale riveste un ruolo centrale. Spesso considerata solo uno strumento per "dematerializzare" i documenti, in realtà la firma digitale è un meccanismo avanzato di sicurezza che consente di garantire autenticità, integrità e non ripudio. Tre concetti chiave che, tradotti in pratica, significano: sapere con certezza chi ha firmato, essere sicuri che il contenuto del documento non sia stato modificato dopo la sottoscrizione, e impedire che il firmatario possa disconoscere l’atto.

Ma c’è di più. La firma digitale è anche un elemento essenziale nei processi di accountability previsti dal GDPR: permette di documentare scelte, responsabilità, autorizzazioni e consensi in modo opponibile a terzi, riducendo i rischi legali in caso di contestazioni. È, a tutti gli effetti, una misura tecnica e organizzativa efficace per dimostrare la conformità al Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.

Comprendere come funziona la firma digitale, quali sono le sue varianti e quando utilizzarla in modo corretto non è solo una questione di adempimento formale, ma un tassello fondamentale nella costruzione di un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni moderno e affidabile. In questo articolo analizziamo proprio questi aspetti: dalle diverse tipologie di firme elettroniche ai formati di firma digitale (CAdES e PAdES), fino agli ambiti di utilizzo e al loro impatto sulla protezione dei dati.

Il quadro normativo di riferimento

Le firme elettroniche sono regolate a livello europeo dal Regolamento eIDAS (Regolamento UE n. 910/2014), che disciplina i servizi fiduciari e l’identificazione elettronica. In Italia, le disposizioni europee sono recepite e integrate dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) – D. Lgs. 82/2005.

Questi riferimenti stabiliscono tre livelli principali di firma elettronica:

  1. Firma elettronica semplice (FES)
  2. Firma elettronica avanzata (FEA)
  3. Firma elettronica qualificata (FEQ), di cui la firma digitale è la forma più utilizzata in Italia

Vediamole nel dettaglio.


1. Firma elettronica semplice (FES)

La firma elettronica semplice è la più “debole” dal punto di vista probatorio. Può consistere in:

  • una spunta su un modulo online,
  • l’invio di un’email,
  • l’inserimento di credenziali (username e password).

Non garantisce l’identità certa del firmatario né l’integrità del documento firmato. Di conseguenza, il suo valore legale è molto limitato.

Quando utilizzarla:

Solo per operazioni a basso rischio, come consensi informativi o accettazione di condizioni generali su siti web.


2. Firma elettronica avanzata (FEA)

La firma elettronica avanzata ha caratteristiche più solide:

  • è collegata univocamente al firmatario;
  • permette di identificarlo;
  • garantisce che il documento non possa essere modificato senza invalidare la firma.

Può essere realizzata, ad esempio, tramite firme grafometriche (su tablet) o sistemi OTP con autenticazione forte.

Quando utilizzarla:

Per contratti tra privati, consensi informati in ambito sanitario, operazioni bancarie e assicurative. Ha valore legale, ma solo se il processo di firma rispetta precisi requisiti tecnici e organizzativi.


3. Firma elettronica qualificata (FEQ) – Firma digitale

La firma elettronica qualificata è il livello più alto previsto dalla normativa. In Italia, la firma digitale è la forma più diffusa di FEQ.

Si basa su un certificato qualificato rilasciato da un prestatore di servizi fiduciari accreditato (QTSP), e viene generata tramite dispositivi sicuri (token USB, smart card o sistemi di firma remota).

Caratteristiche principali:

  • garantisce l’identità del firmatario;
  • garantisce l’integrità del documento;
  • ha pieno valore legale (come la firma autografa);
  • è valida e riconosciuta in tutta l’Unione Europea.

Quando utilizzarla:

Per contratti, dichiarazioni fiscali, atti verso la PA, gare d’appalto, documenti da conservare a norma o da produrre in giudizio.


La marca temporale: perché è importante

La firma digitale certifica chi ha firmato, ma non garantisce sempre quando il documento è stato firmato in modo certo e opponibile a terzi. Per questo, è consigliabile aggiungere una marca temporale, che attribuisce data e ora certe al documento.

Quando applicarla:

Ogni volta che è necessario dimostrare che il documento esisteva in una determinata data, ad esempio per scadenze legali, termini perentori, o in caso di contenzioso.


CAdES e PAdES: i due principali formati di firma digitale

Quando si firma un documento digitalmente, il file può assumere due forme principali: CAdES (.p7m) o PAdES (.pdf). Entrambi i formati appartengono alla categoria della firma elettronica qualificata, ma si differenziano per struttura e usabilità.


CAdES – CMS Advanced Electronic Signatures

Il formato CAdES permette di firmare qualsiasi tipo di file (Word, Excel, XML, ZIP, ecc.).

La firma genera un file con estensione .p7m, che “incapsula” il documento originale.

Esempio: documento.docx diventa documento.docx.p7m.

Vantaggi:

  • Adatto a tutti i tipi di file
  • Sicuro e compatibile con i flussi PEC e conservazione digitale

Svantaggi:

  • Il file .p7m non è leggibile direttamente senza software specifici
  • Poco intuitivo per chi non ha familiarità con questo formato

Quando usarlo:

Per inviare documenti via PEC, conservazione a norma, scambio con la Pubblica Amministrazione.


PAdES – PDF Advanced Electronic Signatures

Il formato PAdES è specifico per i file PDF. La firma viene inserita direttamente nel documento, che mantiene l’estensione .pdf ed è leggibile con un normale lettore PDF (es. Adobe Acrobat).

Vantaggi:

  • Firma visibile e immediatamente comprensibile
  • Documento leggibile senza software dedicati
  • Ideale per interazioni con soggetti non tecnici

Svantaggi:

  • Valido solo per file PDF
  • Non adatto alla firma di formati diversi (es. XML o Word)

Quando usarlo:

Per contratti, dichiarazioni, documenti da leggere facilmente o da pubblicare. Molto usato in ambito commerciale o nella comunicazione con clienti.



Quale formato scegliere?

Dipende dal tipo di documento e dall’ambiente in cui deve essere usato.

Ecco un riepilogo pratico:

Esigenza Formato consigliato
Firmare un PDF leggibile da chiunque PAdES
Firmare file Word, Excel, XML, ZIP CAdES
Inviare documenti via PEC CAdES
Firma visibile nel documento PDF PAdES
Richiesta esplicita della PA (es. file .p7m) CAdES

Entrambi i formati sono legalmente validi, ma è sempre utile verificare le specifiche tecniche del destinatario, in particolare se si tratta di enti pubblici o piattaforme automatizzate.


Concludendo..

Le firme elettroniche rappresentano uno strumento essenziale nella gestione dei documenti digitali e nella protezione dei dati.

Saper distinguere tra le diverse tipologie di firma, comprendere il valore giuridico di ciascuna e scegliere il formato corretto è fondamentale per garantire sicurezza, conformità e affidabilità nei processi documentali.

Nel contesto normativo attuale, usare correttamente la firma digitale non è solo un’esigenza tecnica, ma una vera e propria misura di sicurezza e di accountability, in linea con quanto richiesto dal GDPR e dalle best practice in ambito di gestione documentale.

Continua a seguire il blog Data Protection e dintorni per altri approfondimenti.

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